Immaginate un bambino sereno e paffuto, un bambino che la vita la mangiava e assaporava con gusto. Immaginate balli, canti, giochi, corse e palle che rotolano. Immaginate una famiglia calorosa, unita e raccolta attorno a quel bambino tanto dolce, il piccolino, il quarto di quattro fratelli, il più coccolato. Immaginate una vita ordinaria, una somma di piccoli momenti felici all’insegna della normalità . Immaginate le prime incrinature, i primi dubbi sorti nei cuori di due genitori: iperattività , lentezza e poi incapacità nell’apprendimento, i primi inciampi. Immaginate l’angoscia, il crocevia tra ospedali e specialisti, la raccolta di sintomi come punti della spesa.
Immaginate il terremoto: una diagnosi che ha il sapore di una sentenza, una malattia sconosciuta, spietata, difficile persino da pronunciare. Immaginate quella famiglia unita e calorosa, ora sconvolta e smarrita. Immaginate la frattura, la ferita sanguinante, il fiato fermo in gola. Immaginate un tempo lento e difficile, che asciuga lacrime che spesso riaffiorano.
Immaginate una cicatrice di quelle spesse, visibili, che a volte tornano a prudere. Immaginate quel bambino che assaporava la vita, ora deglutisce a stento. Immaginate un sorriso nonostante tutto, dei piedi che tenaci ancora calciano la palla, l’amore coraggioso di un padre, una madre e tre fratelli che risorge dalle ceneri come una fenice e si fa più accogliente di prima.
Immaginate una somma di pochi momenti normali e tanti momenti precari, che danno come risultato una vita piena, intesa, sofferta ma pregna e dignitosa. Questa è la storia di DANIELE, che oggi ha quattordici anni, e della sua famiglia. Ecco, ora immaginate una speranza: L’affidiamo nelle vostre mani.